Ogni Mano Rivelata (Every Hand Revealed) di Gus Hansen: recensione
Quando mi avvicinai, nel lontano 2006, al gioco del Texas Holdem, un giocatore su tutti aveva attirato la mia attenzione: Gus Hansen.
Allora non capivo assolutamente nulla del gioco, ignoravo il significato di odds, pot odds, cbet, isolation e compagnia bella e osservavo questo nordico sempre sicuro di sé giocare il suo poker aggressivissimo contro un field di avversari tight.
The Great Dane, questo il soprannome con cui Gus è noto al grande pubblico, diciamocelo francamente, è il giocatore di poker a cui un neofita NON dovrebbe mai ispirarsi: bluffa ATC (any two cards), mette una pressione costante agli avversari aprendo con un range di mani preflop ampio come potrebbe essere la coda di un pavone e non ha mai paura di uscire dal torneo. Il suo stile è stato uno spot eccezionale per il gioco del Texas Holdem, emularlo potrebbe non essere però una saggia idea.
Leggendo Ogni Mano Rivelata, Every Hand Revealed nel titolo originale, ho però compreso che Gus Hansen non è semplicemente un folle gambler che si giocherebbe l’appartamento con 3-5 off suited e che ha solo avuto fortuna nel gioco, ma un pioniere di questo fantastica specialità che ha studiato e messo a punto una tecnica aggressiva estremamente difficile da leggere per i suoi avversari al tavolo. Pioniere non come intendereste Johnny Moss, Puggy Pearson o Amarillo Slim che rappresentano la storia del gioco – non fustigateci – ma perché ha avuto il merito di sperimentare, sulle sue finanze e sulla sua persona, uno stile moderno che si discosta da quello più classico in voga fino al millennio scorso.
In questi ultimi anni, centinaia di giocatori, in ultimo gli squali dell’online che sono recentemente venuti alla ribalta, hanno sviluppato un poker aggressivo, ed è nata la cosiddetta “scuola scandinava”, che accomuna i giocatori nordici, tendenzialmente LAG. Credo che gli esponenti di questa scuola oggi debbano molto a Gus Hansen.
Il libro “Ogni mano rivelata”, pubblicato nel 2007, racconta, mano dopo mano, come Gus Hansen è riuscito ad aggiudicarsi il torneo Aussie Milion nel 2007, vincendo 1,2 milioni di dollari e sbaragliando la concorrenza di 747 fra i più forti giocatori di poker al mondo.
La cosa particolare del libro è che ripercorre tutte le mani del torneo; a spiegarci tutti i ragionamenti che stanno dietro ogni singola giocata è proprio Gus Hansen, che è riuscito nella titanica impresa di prendere nota di ogni mano durante il torneo. Come abbia fatto, per quanto mi riguarda, rimane un mistero: sembra che Hansen al termine di ogni mano particolare si annotasse su un block notes i momenti salienti e che abbia eseguito anche delle registrazioni vocali.
L’eccezionalità dell’impresa e del libro sta nel fatto che Gus ha intrapreso questa iniziativa sin dalla prima mano di torneo, col rischio di fare un lavoro vano qualora fosse stato eliminato subito: chi avrebbe comprato un libro che rivela tutte le mani di un giocatore arrivato quattrocentesimo? Invece, guarda caso, Hansen il torneo l’ha proprio vinto: che dire, nice timing Gus.
Recensione di Ogni Mano Rivelata
Vediamo da un punto di vista tecnico che cosa possiamo apprendere da “Every Hand Revealed”, questo il titolo originale.
Gus Hansen o lo ami o lo odi: ma a prescindere dalle simpatie che possiate nutrire per The Great Dane, ogni mano rivelata è il primo libro che permette di seguire così nel dettaglio l’intero torneo di un pro player, dalla prima all’ultima mano. Si, Gus commette spesso degli errori ed è egli stesso ad ammettere, dopo alcune analisi: ”Wow, ho davvero fatto così? Sinceramente non sono convinto sia stata la mossa esatta.”, ma lo trovo abbastanza normale. Voglio dire: in un torneo multi tavolo strutturato su più giorni i giocatori sono in costante pressione e per ovvie ragioni non tutte le mani possono essere un capolavoro di audacia, tecnica e matematica. A volte mancano totalmente di ognuna di queste caratteristiche. Tutte le decisioni tuttavia sono il frutto di ragionamenti precisi, condivisibili o meno, che Hansen spiega al suo lettore in maniera molto chiara e piacevole.
Dalla lettura di questo testo emerge l’immagine vera del poker: un gioco di informazioni incomplete. Molteplici informazioni, sicuramente, ma che sempre incomplete e lacunose restano. Siamo abituati in televisione o nei forum a vedere commentatori e utenti disquisire su mani giocate da altri, senza per ovvie ragioni poter prendere in esame tutti gli aspetti o quei microscopici imput e tell che soltanto chi ha preso parte alla partita conosce.
Gus motiva ogni sua giocata in relazione al flow, la run dei giocatori e la percezione che essi hanno di lui in quel dato momento. Impareremo a conoscere in che misura le mani passate possono influenzare lo stile di un avversario, come le definizioni di TAG, LAG o LAP siano estremamente mutabili e ci accorgeremo dell’importanza di camuffare la nostra immagine al tavolo.
Afferma Gus Hansen in un’intervista a proposito del suo libro:
”Io non do nulla per scontato. Spesso capita che qualcuno definisca standard una giocata e tutti gli altri la eseguiranno perché quel qualcuno ha detto sia standard fare così. Io mi chiedo: perché qui dovrei fare un check raise? È davvero la mossa corretta o posso agire diversamente? Nel poker non c’è nulla che sia sempre corretto, e io ho scritto questo libro per spiegare le mie giocate, non per dire di fare come me. Ogni giocatore deve adattare quello che leggerà al suo stile di gioco.”
Opinioni personali su Ogni Mano Rivelata
Il libro consta di 384 pagine. Nonostante, per ovvie ragioni, si tratti di un testo dall’andatura molto lineare, la sua lettura è abbastanza piacevole perché lo stile di gioco di Hansen è vario e mai passivo. Naturalmente, la sostanza non cambia: è un testo dove sono riportate dalla prima all’ultima le mani di un torneo di poker (d’accordo, ci risparmia i fold standard preflop), e non è esattamente un libro ricco di emozioni e colpi di scena (nessun ufo sfortunatamente è atterrato in sala durante i giorni dell’Aussie Milion).
La nostra opinione è che possa essere utile a comprendere i ragionamenti di un pro in quelle fasi iniziali che spesso vengono missate dalle sintesi televisive. Mi permetto di dire, senza voler mancare di rispetto a un campione come Gus Hansen, che se un libro del genere fosse stato scritto da giocatori come Doyle Brunson o Phil Ivey, la sua utilità per il pubblico sarebbe stata sicuramente maggiore. Non che Gus Hansen non sia alla loro altezza, ma non è il modello ideale per chi si avvicina al mondo del poker. Un gioco aggressivo, ricco di bluff con 4-2off e giocate non standard, potrebbe costituire un pessimo esempio per chi è inesperto, sebbene Hansen fornisca accuratamente le motivazioni esistenti dietro ognuna delle sue mosse.
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