Guida all'HUD: Ccpf e CR (parte 6)
Le statistiche che prenderemo in esame in questa sesta parte sono probabilmente meno essenziali di tutte quelle che abbiamo approfondito negli articoli precedenti, ma è bene conoscerle perché, essendo il poker un gioco di informazioni incomplete, nel momento giusto una di queste apparentemente insignificanti statistiche può divenire per noi l’indizio rivelatore per venire a capo di uno spot rognoso.
La prima di queste statistiche di “seconda fascia” è:
Ccpf
Acronimo di cold call pre flop. Si tratta, nè più nè meno, di una percentuale che mostra tutte le volte che un giocatore flatta un nostro raise pre flop. Questa statistica però non tiene conto di quando ciò avviene dai bui e le volte in cui un giocatore di piccolo o grande buio si limita a completare il raise rientrano nella casistica del VPIP.
Generalmente la percentuale di CCPF non dovrebbe mai superare il 5% nei tavoli full ring e il 10% quando si è short-handed. Qualcuno sostiene che sia preferibile averla addirittura inferiore a 1 piuttosto che superiore al 5. Flattare i raise è considerata un’azione da calling station nel cash game, anche se, soprattutto in torneo, a volte può rivelarsi decisamente più EV di azzardare una 3-bet, a seconda dello spot, delle nostre carte, della posizione (da early, con tanti avversari dopo di noi ci esponiamo troppo a uno squeeze) e delle percentuali di 3bet, fold to 3bet e 4bet del nostro avversario.
Un’altra statistica che può essere molto utile per tutti i giocatori di qualsiasi specialità, dal cash al torneo multi tavolo è la percentuale di
CR
Acronimo di check raise. Si tratta di una mossa che solitamente denota grande forza, sovente puzza di trappola lontano un miglio. Essa può essere effettuata al flop, al turn o al river e come dice la parola stessa si sviluppa in tre battute: un check, un rilancio e un contro-rilancio del giocatore che aveva checkato.
In un hud di un giocatore mediamente sensato, non tricky, le percentuali di CR si aggirano fra il 5% e il 9%. Percentuali di CR superiori al 10% dovrebbero metterci in allarme e farci capire che quel determinato villain vuole fare il furbetto e approfittarsi della nostra solidità. Al contrario, se subiamo un check raise da un avversario con CR 3, possiamo anche dargli la nostra fiducia.
Riconoscere un avversario con la propensione a checkraisare light è fondamentale per delineare il plan da tenere nella nostra mano. Se ad esempio abbiamo floppato un progetto e siamo in posizione, a seguito del check da parte di un opponent con CR>di 10, potremmo anche pensare di checkare a nostra volta per avere una carta gratis e non esporci a un check raise che ci metterebbe fuori odds per cercare il nostro progetto.
Contro un avversario con CR 3 invece bettare potrebbe essere un’idea migliore, in quanto le probabilità che il suo check rappresenti ciò che è (debolezza) sono elevate e uscendo puntando dovremmo riuscire a chiudere il colpo indipendentemente dagli esiti del nostro progetto.
Benchè il CR % sia stuzzicante, va detto che non sempre è attendibile. Il campione di mani indispensabile affinché le informazioni risultino veritiere è superiore a mille e anche in quel caso esiste un discreto margine di errore.
Continua nella settima parte.
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