La posizione al tavolo da poker
Uno dei principali fattori a fare la differenza fra un giocatore vincente e uno perdente è la capacità di sfruttare a proprio vantaggio la posizione.
Molti giocatori inesperti non prestano attenzione alla loro posizione quando decidono di inserirsi in una mano e questo leak, se non corretto, può essere causa di ripetuti insuccessi.
Le posizioni nel poker hanno come punto di riferimento il bottone.
I giocatori alla sinistra di esso sono considerati in early position (small blind, big blind, utg, utg+1).
Tutte le sedie alla destra invece vengono definite late position (cut-off, hijack).
Nel mezzo, come dice la parola stessa, ci sono le middle position(mp1-mp2).
Infine c’è il bottone. Il giocatore seduto sul bottone ha il grande vantaggio di essere sempre l'ultimo ad agire in tutte le street, ad eccezione della fase pre-flop in cui ad agire per ultimi sono i due bui.
Al flop, al turn e al river lo SB sarà il primo a parlare e via via, nell’ordine, tutti gli altri.
Ma quali sono i vantaggi di essere gli ultimi ad agire?
Il vantaggio considerevole è quello di poter vedere le mosse degli altri avversari. Questo, in un piatto con più giocatori si rivela essenziale per valutarne le debolezze o la forza, cosa che farà la differenza sulle nostre decisioni: infatti, se dovessimo accorgerci che i 3 avversari prima di noi, su un board coordinato se le stanno dando di santa ragione a colpi di raise e re-raise, noi non avremmo problemi a foldare la nostra top pair.
Allo stesso modo, quando tutti mostrano disinteresse per il piatto, piazzare una piccola puntata potrebbe risultare una mossa vincente. Più in generale avere la posizione ci garantisce di avere il controllo sulla mano.
Anche nel preflop la posizione è fondamentale: aprire da early position ci esporrà con facilità ai rilanci di tutti gli avversari del tavolo, senza contare che tutti i giocatori che parleranno dopo di noi potrebbero realisticamente avere una mano molto forte. Al contrario, se tutti foldano fino a noi che siamo dal bottone abbiamo già una prima grande certezza: 6 giocatori sono al 100% fuori dal piatto e ne restano solamente due oltre noi.
L’altro aspetto fondamentale è che se anche questi due dovessero chiamare, contro di loro potremmo sempre sfruttare il vantaggio della posizione al flop.
Da queste considerazioni ricaviamo una lezione importante:
per rilanciare da EP abbiamo bisogno di mani molto forti, man mano però che ci si avvicina al bottone possiamo aprire con un range di mani molto più ampio. Per esempio, se aprire da EP con QJ non è standard, da LP invece potrebbe esserlo.
Una volta che ci siamo resi conto di questo meccanismo possiamo anche diventare più confidenti con le dinamiche del tavolo.
Un rilancio da EP di un avversario nitty è quasi sempre segnale di forza.
In ugual modo, sempre per quanto detto, se lo stesso rilancio è effettuato da BTN possiamo immaginare di trovarci davanti a una classica azione di steal e quindi consapevoli di questo, ampliare il nostro range di call e 3-bet.
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